Sesto: lo Sportello LGBT Nord-Milano si sposta, anzi no Chiude
di Ottavia E. Molteni
La posizione ufficiale della Giunta esclude qualsiasi azione di
chiusura - quindi, neppure pre-concetta - nei confronti di GayMin Out - LGBT
Nord-Milano - e dei suoi volontari, chiarendo in aggiunta che la linea decisa
prevede l’affidamento a professionalità interne, chiamate a gestire situazioni
tra loro diverse.
Un’innovazione che ha già avuto eco nella decisione di spostare
l’Informagiovani, già con la chiusura estiva, dalla sede di Via Marconi, dove
l’associazione sopra citata si era ritagliata i suoi momenti, a Via Maestri del
Lavoro, presso SpazioArte.
Qui i temi della “affettività” in generale e del “bullismo”
dovrebbero trovare un riferimento nei due sportelli che l’assessorato alle
politiche giovanili ha in previsione di sviluppare già l’autunno prossimo.
Qui chi vive con difficoltà la presa di coscienza del proprio
orientamento sessuale e della propria identità di genere troverà educatori
comunali e gli Assistenti Domicilari Minori al servizio del Palazzetto di
Piazza della Resistenza. La messa in rete del progetto consentirà inoltre
l’inclusione di figure attive nel mondo associativo/terzo settore.
Nessuna finestra di ingresso invece per chi quei disagi e le
loro ricadute non li ha studiati prima sui libri di scuola, ma si è formato
direttamente sul campo, prestando nel tempo gratuitamente la propria opera.
Su altri organi di stampa cittadina l’Assessore alle Politiche
Giovanili, Roberta Pizzochera, ha segnalato che gli associati a GayMin Out non
posseggono le competenze necessarie per riuscire a fornire anche solo consigli
utili e fondati in caso di situazioni particolari.
Ha inoltre tratteggiato l’immagine di un gruppo teso a
rinchiudersi al proprio interno. Una enclave riservata ai soli Lesbian, Gay,
Bisexual e Transgender (da cui l’acronimo LGBT).
Tre componenti del Comitato Pari Opportunità per le forze di
opposizione (Simona Durante, Sara Gueddouda, Maria Pia Ricciardi), hanno però
fornito dell’incontro finale tra Comune e Associazione GayMin Out un quadro
diverso, accennando a divergendo tra la già citata dott.ssa Pizzochera e
l’Assessore alle Pari Opportunità, Alessandra Magro, anche lei presente al
confronto.
Mentre la prima avrebbe ventilato una proposta di collaborazione
“a chiamata” rispetto alla nuova struttura di Via Maestri del Lavoro - che
gestirà - per i due sportelli richiamati più sopra - i soli soggetti al di
sotto dei 30 anni di età -, la seconda avrebbe espresso un deciso “NO”,
presentando il progetto di un punto di ascolto a 360 gradi sulla sessualità.
“In
tutto questo, naturalmente - si legge nella nota diffusa - sia l’Assessora
Pizzochera che l’Assessora Magro si sono ben guardate dal coinvolgere il
Comitato Pari Opportunità, nonostante nell’ultima
riunione si fossero impegnate a informare e coinvolgere il CPO nelle fasi di
sviluppo del progetto che, come più volte sottolineato, avrebbe visto la
partecipazione dell’Associazione Gaymin Out”.
Senza
schierarci da un lato, né dall’altro, ci fermiamo a riflettere sul fatto che
fenomeni di prepotenza, di bullismo (“to bully” si traduce dall’inglese con
“usare prepotenza”, generalmente tra pari, nel contesto di un gruppo) possano
essere originati dalla volontà di punire chi appare diverso da noi.
Quindi
violenza, esclusione sociale e sessualità, appaiono strettamente interconnesse
e le loro manifestazioni meritano la dovuta attenzione, specialmente se l’età
delle vittime coincide con la fase della maturazione della coscienza di sé e
della conseguente accettazione del “come si è fatti”.
Chi
ha già sperimentato un percorso di vessazioni - a causa, nel caso specifico,
del suo orientamento sessuale o della sua identità di genere - potrebbe quindi
risultare una figura a cui risulta più facile avvicinarsi e con cui confidarsi,
perché coinvolto emotivamente, piuttosto che il razionale, pur competente,
professionista (psicologo, educatore, assistente sociale, etc.) messo a
disposizione dal nostro Comune.