Commercio di vicinato, il mistero s'infittisce...
Di Antonio Saponara
Per l’amministrazione di Sesto San Giovanni è giunta l'ora,
di parlare molto seriamente di un tema molto importante, delicato e difficile:
il commercio di vicinato.
Sono stati organizzati al tal proposito due tavoli
istituzionali del commercio che si sono tenuti il 20 e 27 novembre.
Nel primo incontro c'è stata la presentazione del nuovo
tavolo coordinato dall’assessore Maurizio Torresani con il nuovo presidente e i
presidenti delle associazioni presenti sul territorio a tutela del commercio.
Quello che è emerso chiaramente, fin da subito, dalle parole dell’assessore
Torresani è la mancanza di fondi disponibili lasciata dalla vecchia
amministrazione. Per questo, astutamente, la proposta è stata quella di
coinvolgere operatori che abbiano voglia di impegnarsi, anche e soprattutto,
economicamente. Il tutto, senza che l’amministrazione metta mano al portafogli.
Né dia un contributo sotto forma di idee.
Quindi, cosa è successo? Semplice: in entrambi i
tavoli istituzionali del commercio,
anziché parlare delle linee guida dell’amministrazione (e quindi di come si
intende operare ed intervenire con proposte e progetti da rimandare alle
associazioni sui molteplici temi) si è prevalentemente, se non unicamente,
parlato delle iniziative riguardanti il Natale.
Dunque, due sedute dove il tema primario è stato il Natale. E pensare
che lo stesso assessore al commercio Maurizio Torresani prima che fosse
convocato il primo Tavolo del Commercio aveva dichiarato sul mensile Metropolis
che “sul commercio serve un cambio di mentalità. Non limitiamoci ad
organizzare eventi per Natale o San Giovanni”. E ancora, “è il momento
di parlare di parcheggi, pedonalizzazioni, percorsi dello shopping e di evitare
l’impoverimento dell’offerta causato dalla presenza di tante vetrine che non la
rendono viva: compro oro, phone center, distributori automatici”.
Proposte davvero interessanti e potenzialmente utili che, a
dire il vero, arrivano da AssoCommercio. Ma, a quanto pare al momento si è
deciso di intraprendere solamente la strada dell’organizzazione degli eventi
natalizi.
Nel corso degli incontri, Paolo Vino, Presidente di
AssoCommercio, ha sottolineato come, oltre ai i vari eventi natalizi, serva
soprattutto avere progettualità per trovare delle soluzioni che tutelino
davvero il commercio di vicinato. Come,
ad esempio, favorire in alcune zone i parcheggi a rotazione in modo da
consentire ai possibili clienti la possibilità di avere un luogo dove
parcheggiare l’auto. Non è un mistero che in città ci siano alcune vie (come
nella zona di via Risorgimento) che non danno la possibilità di parcheggio a
rotazione, ma i posti auto siano occupati dai pendolari che la mattina vengono
a Sesto per prendere la metropolitana e recarsi sul posto di lavoro.
Un’altra proposta importante lanciata da AssoCommercio è
stata quella di delimitare l’area del centro storico esclusivamente ad attività
che creino ricreazione e che contribuiscano a rendere il centro il salotto
della città, limitando altre che non rendono certa l’offerta commerciale viva
come i compro oro, immobiliari, finanziarie e studi professionali.
Ma l'esigenza di una seria e reale progettualità è
condivisa anche Confcommercio che, sulla stessa lunghezza d'onda di
AssoCommercio, ha chiesto innanzitutto un quadro e un iter chiaro e preciso da
parte dell’amministrazione, portando all’attenzione del tavolo la grossa
problematica commerciale, oltre che economica, che si creerà molto presto in
città con la costruzione, o meglio l’ampliamento, del centro commerciale di
Cinisello Balsamo (zona Bettola) confinante con Sesto San Giovanni.
Non solo: nonostante il presidente Zeffirino Melzi abbia
sottoscritto ed avvallato con la proprietà la proposta di portare commercio
della grande distribuzione nelle aree ex Falck, oggi sostiene che tutto ciò
rappresenta una grossa minaccia per il commercio di vicinato, considerandola
un’ operazione dall’elevata invasività commerciale poiché si creerebbe una
nuova città che si sovrappone a quella che già esiste. Occorre quindi cercare
di tutelare e comunque partire e dare priorità alla città costruita.
Le uniche proposte avanzate dall'Amministrazione o, per
meglio dire, emerse durante le sedute sono state la “baby card e l’albergo
diffuso”. Una “baby card” destinata ad un pubblico specifico di mamme e
famiglie, le quali potranno usufruire di uno sconto di circa il 10% su alcuni
prodotti nei negozi aderenti all’iniziativa e aventi la relativa locandina
esposta che ne testimonia l’adesione.
Tutto ciò ricorda molto l’iniziativa messa in campo dalla
giunta Chittò e dall’allora assessore Virginia Montrasio come la “pappa amica”,
un’agevolazione ideata dalla precedente amministrazione per dare una mano ai
nuclei familiari. Insomma cambia il nome
ma sostanza e contenuti non cambiano. “L’ albergo diffuso” indirizzato
soprattutto ai Bed and Breakfast e ai bar vicini, è un’iniziativa in fase di
costruzione ma che permetterà ai clienti dei B&B di usufruire di sconti, ad
esempio nei bar vicini che vi aderiscono.
Quello che si sta verificando e a cui le istituzioni in
collaborazione con le varie associazioni devono porre rimedio è la desertificazione
commerciale dei centri urbani che identificherei come degrado
commerciale.
Il commercio in città è in grave difficoltà, ma è e rimane
l’anima di Sesto. Ogni vetrina che si spegne è un pezzo di città che muore.
Questo principalmente per due tendenze: da una parte lo sviluppo dei centri
commerciali toglie sempre più spazio di manovra ai negozi di vicinato;
dall’altra, il fenomeno è legato alla disponibilità di parcheggi comodi nelle
immediate vicinanze di una serie di negozi che copre tutte le merceologie,
comodità che è sempre più difficile trovare nei centri cittadini.
Anche dal tavolo del commercio, si sostiene che è molto
difficile coinvolgere operatori in città che offrano i loro prodotti e che
creino profitto vendendoli perché la
città è poco appetibile economicamente parlando. La nostra città non viene
vista come territorio che genera profitto.
Occorre che l’amministrazione ponga le linee guida e che
lavori e si confronti sui i vari progetti con le associazioni di settore. Per
creare un commercio cittadino efficace ed efficiente occorrono idee, iniziative
e progetti chiari e precisi. Ed è proprio da qui che l’amministrazione dovrebbe
partire in primis senza chiedere, o meglio senza scaricare sulle associazioni
questa responsabilità chiedendo loro di proporre progetti, per poi far sue le
idee migliori che emergono.
Ognuno dovrebbe essere responsabile delle sue azioni.
Quindi, se ci si candida a governare una città, lo si deve fare con dei
progetti. Da parte nostra, speriamo che questa nuova amministrazione, nata
sulle macerie di 72 anni di centro sinistra, abbia le idee chiare e che
comunichi presto cosa intende fare per il rilancio economico commerciale della
nostra città altrimenti il rischio è quello di avere da un lato una piccola
Dubai (le nuove Falck) e dall’altro una Bidonville (la città costruita).
Quali sono le reali idee e programmi della giunta Di
Stefano per il commercio di vicinato? Per il momento, comprendere quale sia un
piano complessivo (ammesso che ce ne sia uno) è cosa ardua. Il “mistero”, per
così dire, s'infittisce.
Una cosa è certa: il commercio non può aspettare i tempi
della politica e nemmeno Sesto può più.
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