1918 - 1938 –1948 – 2018 La
memoria per il presente
La memoria del 900 Il 2018 che sta per concludersi ci ha
consegnato alcune date molto significative di cui abbiamo celebrato la memoria
e che ci hanno aiutato a ricordare in maniera viva da dove veniamo e su quali valori
è fondata la società in cui viviamo. •
Abbiamo ricordato i 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Attenti a
non cedere ad alcuna forma di retorica, abbiamo celebrato quella data
innanzitutto attraverso la silenziosa e triste memoria dei circa 17 milioni di
morti in quella che Papa Benedetto XV nel 1917 definì “l’inutile strage”; un
conflitto dalle proporzioni mai viste che segnò il trionfo dei nazionalismi e
la creazione delle condizioni che, in pochissimi anni, portarono alla ancora
più drammatica Seconda Guerra Mondiale.
• Abbiamo ricordato gli 80 anni dalla
promulgazione delle leggi razziali in Italia: passaggio voluto con
determinazione e convinzione dal regime fascista e che lo connotò in modo
inequivocabile ed indelebile aprendo le porte a terribili discriminazioni e persecuzioni
per la sola appartenenza etnica o religiosa. Leggi che il Card di Milano
Ildefonso Schuster nel 1938 non esitò a definire con parole forti e profetiche
“un’eresia anticristiana”.
• Abbiamo ricordato i 70 anni dall’entrata in
vigore della Costituzione Italiana. Dopo la tragedia della Seconda Guerra
Mondiale accanto alla Germania nazista, le forze sociali e politiche, credenti
e non credenti, animate dalla testimonianza e dal riscatto che la Resistenza ha
significato, hanno saputo ricostruire le fondamenta del nostro paese
ancorandolo sul valore assoluto della persona umana, sul rifiuto della violenza
e della guerra, sul rispetto della libertà di pensiero e della libertà
religiosa, sulla ricerca della giustizia sociale, sull’idea di una politica che
superasse definitivamente il nazionalismo impegnandosi a costruire un’autentica
comunità internazionale. La Costituzione Italiana, sintesi ed esplicitazione di
questi valori, ha così garantito una cesura netta con il passato, anche con la
messa al bando del fascismo e delle sue forme organizzate; e ha permesso un
enorme balzo in avanti per la società italiana.
• Abbiamo ricordato i 70 anni dalla
proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: l'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite affermava così che “il riconoscimento della
dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti,
uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della
giustizia e della pace nel mondo”. Se pure dopo la fine della guerra il mondo
si ritrovava ancora diviso tra Est ed Ovest e imboccava la strada per un nuovo
riarmo, quelle parole si ponevano come un giudizio di civiltà da cui non si
sarebbe più potuti prescindere.
Questi valori, riscoperti e condivisi da tutti
i popoli che fino ad allora si erano combattuti, hanno spalancato il sogno
dell’Europa unita.
La consegna della memoria
Fare memoria non è un esercizio
di pensiero nostalgico; vuol dire comprendere il senso per il presente di
quanto si è ricevuto dal passato! Il nostro Vescovo Mario Delpini, nel recente
discorso alla città per la festa di Sant’Ambrogio, ha sottolineato che “è
doveroso che la generazione dei padri trasmetta ai giovani di oggi quell’ardore
di cui sono stati testimoni i nostri nonni e i nostri padri, quelli almeno che
hanno pensato che l’Italia non fosse condannata a restare sepolta sotto le
macerie della guerra e del totalitarismo, ma potesse risorgere come un Paese in
cui fosse desiderabile convivere.”
Lo abbiamo imparato in
particolare nella nostra città, Sesto San Giovanni, che ha sempre avuto a cuore
la memoria della propria storia che l’ha vista protagonista della lotta di
Liberazione fino a valerle il riconoscimento di Città Medaglia d’oro al Valore
Militare. Tanti sono stati i nostri concittadini che hanno preso parte attiva o
semplicemente sostenuto la Resistenza, spesso al prezzo della vita. Erano per
la maggior parte giovani, appartenenti a diverse culture politiche; c’era chi
si riconosceva negli ideali delle sinistre e c’era chi proveniva dal mondo
cattolico, dagli oratori e dall’associazionismo. Ma il pensiero va in
particolare al sacrificio delle centinaia di operai attivi negli scioperi del
1944, deportati nei campi di sterminio nazisti e mai tornati. Di anno in anno,
attorno alle celebrazioni di questi eventi e di questi volti, Sesto si è
costruita come comunità viva, pensante, creativa; luogo di incontro e di
confronto.
Siamo consapevoli che la storia
di oggi ponga nuove enormi sfide sociali e politiche. Il Card Scola, Vescovo emerito
di Milano, ama spesso dire che “non viviamo semplicemente in un’epoca di
cambiamenti, ma in un cambiamento d’epoca”.
Difronte alla complessità dei
problemi, le persone avvertono un comprensibile senso di incertezza e di
smarrimento ma occorre resistere alla tentazione di prendere pericolose
scorciatoie che purtroppo mettono in discussione i valori stessi che abbiamo
ereditato dal nostro passato.
Non può infatti non essere grande fonte di
preoccupazione la cultura che si sta affermando impregnata di rifiuto del
diverso, di xenofobia, di razzismo, di limitazione dei diritti; così come il
ritorno di veri e propri fronti politici nazionalisti. Le prossime elezioni
politiche europee rappresenteranno in tal senso un momento storico che segnerà
la possibilità di una riforma e di un rilancio dell’Europa o l’avvio di un
processo di disgregazione di cui Brexit è l’esempio. Grande è la responsabilità delle classi
politiche di vari paesi che soffiano sul fuoco delle paure e alimentano false
attese e speranze. Sempre il Vescovo Delpini nel discorso alla città 2018
afferma: “il consenso costruito con un’eccessiva stimolazione dell’emotività
dove si ingigantiscano paure, pregiudizi, ingenuità, reazioni passionali, non
giova al bene dei cittadini e non favorisce la partecipazione democratica”.
Noi siamo convinti che i valori
espressi dalle celebrazioni di questo 2018 continuino ad essere la bussola per
capire come affrontare anche le sfide di oggi!
In particolare, facciamo nostro e rilanciamo l’invito del nostro Vescovo
a riscoprire la Costituzione Italiana e i valori originari e fondanti
dell’Unione Europea. Il problema di
Casa Pound a Sesto San Giovanni Alla
luce di queste riflessioni, come associazioni cristiane impegnate nella vita
della chiesa e della città, sentiamo di dover intervenire nel dibattito che si
è creato in merito alla questione di concedere, in data 18 Gennaio, il salone
comunale di Spazio Arte all’associazione Casa Pound per un Convegno di portata
non solo locale. Casa Pound è uno dei
gruppi di estrema destra attivi in Italia da alcuni anni. Questa realtà, se
pure rilanci i contenuti tradizionali della destra sociale, enfatizza lo
scontro fisico e le loro dichiarazioni e i loro commenti sui siti internet e
sui social sono pieni di visioni estreme sull'immigrazione, di xenofobia, di
antisemitismo, di posizioni politiche ultranazionaliste, di riferimenti
revisionistici al periodo fascista e ai suoi simboli; il numero di militanti
denunciati e condannati per azioni violente è significativamente alto. In anni
recenti hanno ottenuto di potersi presentare anche
come partito politico alle
elezioni nazionali e amministrative nonostante, a nostro giudizio, certe
posizioni poco abbiano a che fare con il senso vero dei partiti che è confronto
e dialogo per realizzare il bene comune. A Sesto non risulta che esista una
sede se pure alcuni militanti abbiano svolto banchetti sul territorio della
città. Ora, desta stupore
l’argomentazione di chi ha sostenuto che la concessione di uno spazio pubblico a
questa associazione sia una mera questione di libertà di espressione. È infatti
evidente che concedere uno spazio pubblico a questa associazione a Sesto San
Giovanni per un raduno è una questione simbolica e quindi fortemente politica.
In particolare, non possiamo non constatare l’enorme distanza tra i contenuti
della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, di cui oggi 10 Dicembre
2018 celebriamo i 70 anni dall’entrata in vigore, e le idee proposte da Casa
Pound.
Pertanto, facendo memoria viva di questa data
e di tutte le altre date che abbiamo ripercorso durante quest’anno, crediamo fortemente che non sia opportuno
concedere Spazio Arte per questa iniziativa e chiediamo a tutte le forze
politiche della città di riaffermare la fedeltà ai valori comuni che abbiamo
sopra rievocato con scelte e azioni concrete e inequivocabili di rifiuto della
violenza verbale e fisica nella pratica politica, di presa di distanza da
valori ultranazionalisti, xenofobi e razzisti propugnati dall’estrema destra
organizzata, di affermazione dei valori
della Carta Costituzionale e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
che pongono al centro il valore della persona umana in quanto tale,
indipendentemente dalla provenienza, dal colore della pelle, dalla religione.
Non concedere quello spazio a Sesto significa
confermare la fedeltà ai nostri valori comuni, consapevoli del cammino fatto
per costruire una convivenza più civile, pacifica e solidale, fare memoria di
tutti coloro che hanno pagato di persona per realizzare questi valori e
impegnarci per farli progredire, accettando le nuove sfide e la complessità del
presente.
Sesto San Giovanni, 10 Dicembre 2018 70°
anniversario Dichiarazione Universale Diritti umani
ACLI, AGESCI Sesto San Giovanni
1, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani,
Azione Cattolica, CGS Rondinella, Movimento dei Focolari Sesto San
Giovanni, PaxChristi Sesto San Giovanni
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