Ieri sera presso la sede della Casa delle Associazioni in Piazza Oldrini si è tenuta un'assemblea pubblica sul tema dello sfratto alla associazioni di via dei Giardini. All'assemblea erano presenti i consiglieri del PD, il consigliere Paolo Vino della Lista Civica Giovani Sestesi e il consigliere Vincenzo Di Cristo del Movimento 5S che ci invia il seguente comunicato che qui di seguito pubblichiamo.
LE ASSOCIAZIONI
SESTESI E LA POLITICA
Vincenzo Di Cristo
Capogruppo del M5S
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Ho partecipato con interesse alla serata del 15
luglio organizzata dal PD sul futuro dell’associazionismo sestese dopo le
recenti scelte politiche dell’attuale maggioranza pro-tempore.
Desidero esprimere alcune personali considerazioni
in merito.
Se da un lato ho ascoltato e anche apprezzato gli
interventi dei presenti (politici e rappresentanti delle associazioni) di
condanna sulle scelte politiche di questa amministrazione finalizzate a
cancellare un grande patrimonio della città, dall’altro devo sottolineare il
totale silenzio su alcuni temi che potrebbero sicuramente risultare sgraditi ma
che ritengo fondamentali per programmare efficacemente le future strategie e
delle associazioni e delle forze politiche di opposizione.
A me hanno insegnato he se non si tiene conto della
storia, si tende sia a ripetere gli errori del passato, sia ad apparire
ipocriti e poco credibili.
Ho sentito dire che le associazioni, giustamente,
oggi chiedono a gran voce un’indipendenza dai partiti politici; a questo
proposito una domanda mi sorge spontanea: a questa richiesta si uniscono anche
quelle associazioni che per anni, insieme a un certo mondo sindacale, hanno
costituito la cinghia di volano sul territorio del consenso dei partiti della
sinistra?
E se sì, perché solo oggi chiedono questa
indipendenza? Forse perché vista la malparata dei partiti al cui pensiero
politico si sono ispirati per anni, infischiandosene dell’etica e del conflitto
di interessi, hanno paura di affondare e diventare minoranza rispetto ad altre
associazioni da anni tenute nell’ombra?
Ho udito parole di denuncia, denuncia più che
legittima, verso l’ingerenza politica sulle nomine degli organismi di
partecipazione. Dicevo legittime, ma ci siamo forse dimenticati, o peggio
ancora, vogliamo far finta di dimenticarci delle “telefonate” o “segnalazioni”
che arrivavano dagli esponenti politici regionali e nazionali della sinistra,
quando le associazioni, specialmente quelle sportive, dovevano procedere alla
nomina dei propri amministratori e dirigenti?
Concordo con le associazioni, quando parlano di
fare fronte comune e lottare unitariamente contro alcune scelte scellerate
dell’amministrazione; sarebbe infatti un grave errore pensare di essere immune
dai problemi e sperare che la guerra ideologica messa in campo
dall’amministrazione, possa colpire solo gli altri. Ma i vertici delle stesse
associazioni, soprattutto quelle sportive, ma non solo, come la pensavano,
quando in maniera “cannibale”, sfruttavano proprio la loro vicinanza con
l’allora potere politico “amico”, per contenere, sottomettere e relegare a pària,
altre associazioni non propriamente allineate con le amministrazioni di allora?
Personalmente ricordo una battaglia durata più di 6 mesi, portata avanti da una
grande associazione sportiva che negava gli spazi acqua a una piccola
associazione di nuoto cittadina; all’epoca ero membro della 3^ commissione
Sport e rammento che la Giunta di allora arrivò a delegare la gestione di un
bando di assegnazione, in maniera artificiosa, una federazione nazionale i cui
vertici nazionali provenivano proprio dall’associazione sportiva fagocitante.
Fu così aspra la lotta, che la allora Presidente
della Consulta dello Sport, rassegnò le proprie dimissioni.
Quanto sopra, non venga interpretato
strumentalmente come un tentativo di legittimazione delle azioni dell’attuale
sindaco, ma come un sollecito ad ammettere e a ripensare agli errori del
passato, errori che oggi scontano le associazioni, che fanno comprendere (ma
non giustificano) le scelte della Giunta, ma che non si possono tacere se non
si vuole che tutto si riduca a ipocrisia e lacrime di coccodrillo.
Le regole, soprattutto se si vuole essere dei bravi
e credibili amministratori e se si vuole realmente il bene della città, devono valere sempre e
comunque, e non all’occorrenza, a seconda se si governa o si è all’opposizione.
Il Sindaco sta sbagliando, ma sta adottando con un
colore diverso e in maniera più sistematica e strutturata, gli stessi metodi
già visti per lungo tempo in città e per lungo tempo denunziati inutilmente da
coloro che allora erano all’opposizione.
Concludo queste mie riflessioni, sottolineando il
mio tacere (ma tornerò sull’argomento) sui ”civici” che siedono a vario titolo
in maggioranza in Consiglio e giunta e proprio sull’associazionismo hanno
costruito le loro campagne elettorali.
Vincenzo Di Cristo
Capogruppo M5S – Sesto San Giovanni
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