mercoledì 12 dicembre 2018

1918 - 1938 –1948 – 2018 La memoria per il presente


Riceviamo e Pubblichiamo

1918 - 1938 –1948 – 2018 La memoria per il presente
 

La memoria del 900   Il 2018 che sta per concludersi ci ha consegnato alcune date molto significative di cui abbiamo celebrato la memoria e che ci hanno aiutato a ricordare in maniera viva da dove veniamo e su quali valori è fondata la società in cui viviamo.   • Abbiamo ricordato i 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. Attenti a non cedere ad alcuna forma di retorica, abbiamo celebrato quella data innanzitutto attraverso la silenziosa e triste memoria dei circa 17 milioni di morti in quella che Papa Benedetto XV nel 1917 definì “l’inutile strage”; un conflitto dalle proporzioni mai viste che segnò il trionfo dei nazionalismi e la creazione delle condizioni che, in pochissimi anni, portarono alla ancora più drammatica Seconda Guerra Mondiale.

• Abbiamo ricordato gli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia: passaggio voluto con determinazione e convinzione dal regime fascista e che lo connotò in modo inequivocabile ed indelebile aprendo le porte a terribili discriminazioni e persecuzioni per la sola appartenenza etnica o religiosa. Leggi che il Card di Milano Ildefonso Schuster nel 1938 non esitò a definire con parole forti e profetiche “un’eresia anticristiana”.

• Abbiamo ricordato i 70 anni dall’entrata in vigore della Costituzione Italiana. Dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale accanto alla Germania nazista, le forze sociali e politiche, credenti e non credenti, animate dalla testimonianza e dal riscatto che la Resistenza ha significato, hanno saputo ricostruire le fondamenta del nostro paese ancorandolo sul valore assoluto della persona umana, sul rifiuto della violenza e della guerra, sul rispetto della libertà di pensiero e della libertà religiosa, sulla ricerca della giustizia sociale, sull’idea di una politica che superasse definitivamente il nazionalismo impegnandosi a costruire un’autentica comunità internazionale. La Costituzione Italiana, sintesi ed esplicitazione di questi valori, ha così garantito una cesura netta con il passato, anche con la messa al bando del fascismo e delle sue forme organizzate; e ha permesso un enorme balzo in avanti per la società italiana.

• Abbiamo ricordato i 70 anni dalla proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite affermava così che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”. Se pure dopo la fine della guerra il mondo si ritrovava ancora diviso tra Est ed Ovest e imboccava la strada per un nuovo riarmo, quelle parole si ponevano come un giudizio di civiltà da cui non si sarebbe più potuti prescindere.  

Questi valori, riscoperti e condivisi da tutti i popoli che fino ad allora si erano combattuti, hanno spalancato il sogno dell’Europa unita.

La consegna della memoria
Fare memoria non è un esercizio di pensiero nostalgico; vuol dire comprendere il senso per il presente di quanto si è ricevuto dal passato! Il nostro Vescovo Mario Delpini, nel recente discorso alla città per la festa di Sant’Ambrogio, ha sottolineato che “è doveroso che la generazione dei padri trasmetta ai giovani di oggi quell’ardore di cui sono stati testimoni i nostri nonni e i nostri padri, quelli almeno che hanno pensato che l’Italia non fosse condannata a restare sepolta sotto le macerie della guerra e del totalitarismo, ma potesse risorgere come un Paese in cui fosse desiderabile convivere.”
Lo abbiamo imparato in particolare nella nostra città, Sesto San Giovanni, che ha sempre avuto a cuore la memoria della propria storia che l’ha vista protagonista della lotta di Liberazione fino a valerle il riconoscimento di Città Medaglia d’oro al Valore Militare. Tanti sono stati i nostri concittadini che hanno preso parte attiva o semplicemente sostenuto la Resistenza, spesso al prezzo della vita. Erano per la maggior parte giovani, appartenenti a diverse culture politiche; c’era chi si riconosceva negli ideali delle sinistre e c’era chi proveniva dal mondo cattolico, dagli oratori e dall’associazionismo. Ma il pensiero va in particolare al sacrificio delle centinaia di operai attivi negli scioperi del 1944, deportati nei campi di sterminio nazisti e mai tornati. Di anno in anno, attorno alle celebrazioni di questi eventi e di questi volti, Sesto si è costruita come comunità viva, pensante, creativa; luogo di incontro e di confronto. 
Siamo consapevoli che la storia di oggi ponga nuove enormi sfide sociali e politiche. Il Card Scola, Vescovo emerito di Milano, ama spesso dire che “non viviamo semplicemente in un’epoca di cambiamenti, ma in un cambiamento d’epoca”.

 Difronte alla complessità dei problemi, le persone avvertono un comprensibile senso di incertezza e di smarrimento ma occorre resistere alla tentazione di prendere pericolose scorciatoie che purtroppo mettono in discussione i valori stessi che abbiamo ereditato dal nostro passato. 

Non può infatti non essere grande fonte di preoccupazione la cultura che si sta affermando impregnata di rifiuto del diverso, di xenofobia, di razzismo, di limitazione dei diritti; così come il ritorno di veri e propri fronti politici nazionalisti. Le prossime elezioni politiche europee rappresenteranno in tal senso un momento storico che segnerà la possibilità di una riforma e di un rilancio dell’Europa o l’avvio di un processo di disgregazione di cui Brexit è l’esempio.  Grande è la responsabilità delle classi politiche di vari paesi che soffiano sul fuoco delle paure e alimentano false attese e speranze. Sempre il Vescovo Delpini nel discorso alla città 2018 afferma: “il consenso costruito con un’eccessiva stimolazione dell’emotività dove si ingigantiscano paure, pregiudizi, ingenuità, reazioni passionali, non giova al bene dei cittadini e non favorisce la partecipazione democratica”.

Noi siamo convinti che i valori espressi dalle celebrazioni di questo 2018 continuino ad essere la bussola per capire come affrontare anche le sfide di oggi!  In particolare, facciamo nostro e rilanciamo l’invito del nostro Vescovo a riscoprire la Costituzione Italiana e i valori originari e fondanti dell’Unione Europea.    Il problema di Casa Pound a Sesto San Giovanni   Alla luce di queste riflessioni, come associazioni cristiane impegnate nella vita della chiesa e della città, sentiamo di dover intervenire nel dibattito che si è creato in merito alla questione di concedere, in data 18 Gennaio, il salone comunale di Spazio Arte all’associazione Casa Pound per un Convegno di portata non solo locale.   Casa Pound è uno dei gruppi di estrema destra attivi in Italia da alcuni anni. Questa realtà, se pure rilanci i contenuti tradizionali della destra sociale, enfatizza lo scontro fisico e le loro dichiarazioni e i loro commenti sui siti internet e sui social sono pieni di visioni estreme sull'immigrazione, di xenofobia, di antisemitismo, di posizioni politiche ultranazionaliste, di riferimenti revisionistici al periodo fascista e ai suoi simboli; il numero di militanti denunciati e condannati per azioni violente è significativamente alto. In anni recenti hanno ottenuto di potersi presentare anche come partito politico alle elezioni nazionali e amministrative nonostante, a nostro giudizio, certe posizioni poco abbiano a che fare con il senso vero dei partiti che è confronto e dialogo per realizzare il bene comune. A Sesto non risulta che esista una sede se pure alcuni militanti abbiano svolto banchetti sul territorio della città.   Ora, desta stupore l’argomentazione di chi ha sostenuto che la concessione di uno spazio pubblico a questa associazione sia una mera questione di libertà di espressione. È infatti evidente che concedere uno spazio pubblico a questa associazione a Sesto San Giovanni per un raduno è una questione simbolica e quindi fortemente politica. In particolare, non possiamo non constatare l’enorme distanza tra i contenuti della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, di cui oggi 10 Dicembre 2018 celebriamo i 70 anni dall’entrata in vigore, e le idee proposte da Casa Pound.

Pertanto, facendo memoria viva di questa data e di tutte le altre date che abbiamo ripercorso durante quest’anno,  crediamo fortemente che non sia opportuno concedere Spazio Arte per questa iniziativa e chiediamo a tutte le forze politiche della città di riaffermare la fedeltà ai valori comuni che abbiamo sopra rievocato con scelte e azioni concrete e inequivocabili di rifiuto della violenza verbale e fisica nella pratica politica, di presa di distanza da valori ultranazionalisti, xenofobi e razzisti propugnati dall’estrema destra organizzata, di affermazione  dei valori della Carta Costituzionale e della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che pongono al centro il valore della persona umana in quanto tale, indipendentemente dalla provenienza, dal colore della pelle, dalla religione.

Non concedere quello spazio a Sesto significa confermare la fedeltà ai nostri valori comuni, consapevoli del cammino fatto per costruire una convivenza più civile, pacifica e solidale, fare memoria di tutti coloro che hanno pagato di persona per realizzare questi valori e impegnarci per farli progredire, accettando le nuove sfide e la complessità del presente.

Sesto San Giovanni, 10 Dicembre 2018 70° anniversario Dichiarazione Universale Diritti umani


ACLI, AGESCI Sesto San Giovanni 1, Associazione Nazionale Partigiani Cristiani,  Azione Cattolica, CGS Rondinella, Movimento dei Focolari Sesto San Giovanni, PaxChristi Sesto San Giovanni

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