Sabato 3 novembre, dalle ore 21, il
Teatro Vittoria ospiterà un doppio concerto. A esibirsi sul palco saranno le
band EquoKanone e Rock and Blues. L’evento, gratuito, è organizzato dalla
Associazione Vivi Vittoria insieme con Sesto Proloco. Il Comune di Sesto San
Giovanni ha concesso il patrocinio. Una serata per celebrare un traguardo
importante per il Rione Vittoria, la cui costituzione si lega, anche sul piano
cronologico, alla fine della Prima Guerra Mondiale. Come quell’evento bellico,
anche questa parte della città di Sesto San Giovanni si appresta a festeggiare
cento anni di vita. Un secolo scandito a lungo dal suono delle sirene e dal
lavoro degli insediamenti industriali, la cui dislocazione ha indirizzato - e
insieme costretto - lo sviluppo urbanistico dell’area. Un triangolo di vie e di
storie contenute entro il confine rappresentato, da un altro, dal Cavalcavia
Buozzi e dalla linea ferroviaria; da un altro, da Via Marelli (dove un tempo
sorgevano realtà produttive come la Osva, la Elettromeccanica Lombarda, la
Ercole Marelli e parte della Magneti Marelli); e da un terzo asse di chiusura
costituito da Via Fiume, altra porta d’accesso a Milano. Il Rione acquisisce il
suo nome in epoca fascista. Vittoria è infatti un tributo all’esito della “Grande
Guerra”, i cui richiami trovano eco nell’intera toponomastica dell’area,
formatasi e cresciuta all’ombra della Società Ernesto Breda, arrivata a
insediarsi a Sesto San Giovanni nel 1903. Alla prime case operaie con giardino
di Via Rodolfo Camagni se ne affiancano piano piano altre, sino ad arrivare,
oltre una cinquantina circa d’anni dopo, agli stabili di più piani. La grande
epopea industriale in città sta però già imboccando una parabola discendente. I
livelli produttivi sono ogni giorno più bassi. Si iniziano a porre le basi del
processo che decreterà la chiusura degli impianti. L’addio alla Breda non
innesca tuttavia le stesse dinamiche che hanno investito il Villaggio Falck,
dove alla valenza funzionale si è da subito intrecciata una totale
identificazione tra destino della fabbrica e sorte del complesso abitativo,
ancor oggi quasi entità a se stante all’interno del tessuto urbano. Il Rione
Vittoria continua - o perlomeno si sforza di continuare - a vivere, riflettendo
due condizioni demografiche diametralmente opposte: su un versante, chi vive
qui da sempre avendo ereditato una proprietà storica (si tratta spesso di
persone di età avanzata); sull’altro versante, quanti invece sono ‘capitati’ nell’area
per questioni di comodità (la metropolitana è a poche centinaia di metri) o
inseguendo livelli di spesa, per le esigenze abitative, più contenuti rispetto
ad altre zone della città. Una presenza però talvolta anche solo temporanea.
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